Regione Campania

Cenni storici

La storia che stiamo scrivendo è iniziata in maniera concreta intorno all’anno 1000 avanti Cristo sul borgo antico chiamato Sacco Vecchio.

Sacco, disteso in posizione sud occidentale alle falde del massiccio roccioso del Monte Motola, segna la linea di confíne tra il Cilento ed il Vallo di Diano. Vicino, s'innalza il Monte Pruno, che per la sua posizione avanzata rispetto al "corpo" della montagna, sembra una terrazza (il "balcone degli Alburni"): sorveglia, il Passo della Sentinella e la Sella del Corticato, ossia i due principali passi d'accesso al Vallo di Diano.

La Sella del Corticato a 1026 metri d'altezza, in uno scenario aspro, tra lande brulle, corre tra le pareti del Monte Motola (mt. 1700) e quelle scoscese del Cocuzzo delle Puglie (mt. 1428).

Sulla sommitá, da un'area aperta, scendendo in basso verso la valle, si scorge l'abitato di Teggiano appoggiato su un acrocoro con il Vallo di Diano.

Sacco dista km 86 da Salerno, fra le località più interessanti la Sella di Corticato, il valico fra il Cilento ed il Vallo di Diano. Confina con Roscigno, Corleto Monforte, San Rufo, Teggiano, Piaggine, Laurino.
L'altitudine minima del territorio comunale è mt. 279 mentre raggiunge la massima di mt. 1.700 con il monte Motola.

Le origini: Sacco Vecchio

La storia che stiamo scrivendo è iniziata in maniera concreta intorno all’anno 1000 avanti Cristo sul borgo antico chiamato Sacco Vecchio.

Di questo periodo sono le capanne oggi presenti solamente con la base in muratura a secco in numero di circa 60. Queste capanne sono simili, ma difformi per i materiali usati, a quelle trovate sul colle Palatino di Roma, dove sono state chiamate “Casa Romuli” cioè capanna di Romolo, e a quelle trovate a Villanova in Emilia.

Questa capanna è stata la struttura abitativa di tutta la penisola italiana a partire dal 1000 a. Cristo: è la capanna italica, che per varie ragioni era diversa per i materiali usati da regione a regione pur conservando la stessa tecnica di costruzione.

Le linee storiche su Sacco, presenti nelle aree tematiche, sono state tracciate dal Dott. Antonio Donato Macchiarulo.

Bibliografia

 “La baronia del Saccho” di Carmine Troccoli del 2000. Edizioni Monte Sacro;  “La terra del Saccho” di Carmine Troccoli del 2002. Edizioni Monte Sacro; “Sacco Vecchio” di Felicia Troccoli del 2003. Edizioni Monte Sacro; “Sacco” di Antonio Donato Macchiarulo del 1995. Edizioni Grafespress

Fondazione di Sacco nuovo

Insediamento nato non per aggregazione temporale lungo assi viarii principali, ma con una precisa volontà di assegnare ad una popolazione numerosa degli spazi abitativi sufficienti. Interessante a riguardo è lo studio della pianta della parte più antica del paese, che ha una struttura a graticola, costituita da vie trasversali aperte a mezzogiorno che partono da due vie a semicerchio che abbracciano la parte alta e la parte bassa del paese, mentre una via longitudinale divide in due l’agglomerato ricevendo le vie trasversali. Questa struttura fa capire che Sacco fu fondato con un piano edilizio particolare per rispondere in tempi brevi alle esigenze di una intera comunità che si era spostata da Sacco Vecchio distrutta da eventi naturali avversi, come scrive il presbitero Pascale, o da eventi belligeranti, come recita la notizia dell’abate Francesco Sacco.

Del 900 avanti Cristo a Sacco è la costruzione del campanile dell’attuale chiesa di S. Silvestro. Questa costruzione per stile ed altezza è da attribuire al periodo riferito.

Gli stadi poligonali, di sapore longobardo, costituiscono l’ossatura di tutta la struttura. Simile ai torrioni rivieraschi del periodo svevo ma più snello, con un gradiente di rientro che vede gli ultimi stadi ridotti proporzionatamente in grandezza, in modo da offrire all’insieme l’aspetto di un pinnacolo armonico e nello stesso tempo dinamico, quasi come se tutta la struttura fosse dotata di movimento.

Gli stadi conico e cilindrico, anche se arrivati dopo nove secoli, hanno completato architettonicamnete la costruzione, trasformandola definitivamente in campanile, proiettandola col suo aspetto sobrio verso l’alto in un atteggiamento sacrale, meditativo. Infatti più che un campanile era una torre dalla quale si dominava tutta la vallata.

Gli spigoli della struttura sono orientati in maniera perfetta verso i punti cardinali fondamentali alla maniera longobarda.

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